Leggete queste righe e capirete perchè era una persona speciale...
"E' un posto un pò fuori mano Hinckley, dove si costruiscono le Triumph. Forse è per questo che la legge dei grandi numeri di lì non è ancora passata a sconvolgere la legge dei numeri umani.
Non che la Triumph sia un piccolo assemblatore cacciato in un garage chissà dove. Con 15 mila motociclette prodotte ogni anno in uno stabilimento che è il più moderno che ci sia in giro, la Triumph si può permettere gli investimenti e la qualità necessari a mettere su strada delle belle motociclette al passo con i tempi. Gode però di quella libertà di pensiero e d'azione che gli lascia mettere al mondo motociclette che sono destinate ad accontentare pochi motociclisti che non sono censiti dai mostri del marketing. Non perchè siano cattivi ma perchè pochi. Ecco, la Thunderbird Sport, costruita in numeri che farebbero vergognare qualsiasi produttore giapponese, ed importata in meno di sessanta unità è esattamente una di quelle motociclette.
Motociclette che non ci sono perchè i grandi numeri le respingono.
Inaccettabili, per il moderno mondo del marketing e delle persone trattate come briciole. Quello che vedete della Thunderbird Sport è il vestito. Sotto al vestito albergano 83 cavalli distribuiti con una armonia conosciuta soltanto ai motori trecilindrici. E poi ci sono sei marce, dodici valvole, raffreddamento a liquido, tre freni a disco, monoammortizzatore posteriore. Perchè il ritorno alle forme di una volta non deve far dimenticare che le velocità e le strade sono quelle di oggi.
La Thunderbird Sport è una motocicletta velocissima e rilassata. Bella come lo erano le moto di un tempo. Quelle che non ci sono più. Forse perchè erano troppo poche."
"E' un posto un pò fuori mano Hinckley, dove si costruiscono le Triumph. Forse è per questo che la legge dei grandi numeri di lì non è ancora passata a sconvolgere la legge dei numeri umani.
Non che la Triumph sia un piccolo assemblatore cacciato in un garage chissà dove. Con 15 mila motociclette prodotte ogni anno in uno stabilimento che è il più moderno che ci sia in giro, la Triumph si può permettere gli investimenti e la qualità necessari a mettere su strada delle belle motociclette al passo con i tempi. Gode però di quella libertà di pensiero e d'azione che gli lascia mettere al mondo motociclette che sono destinate ad accontentare pochi motociclisti che non sono censiti dai mostri del marketing. Non perchè siano cattivi ma perchè pochi. Ecco, la Thunderbird Sport, costruita in numeri che farebbero vergognare qualsiasi produttore giapponese, ed importata in meno di sessanta unità è esattamente una di quelle motociclette.
Motociclette che non ci sono perchè i grandi numeri le respingono.
Inaccettabili, per il moderno mondo del marketing e delle persone trattate come briciole. Quello che vedete della Thunderbird Sport è il vestito. Sotto al vestito albergano 83 cavalli distribuiti con una armonia conosciuta soltanto ai motori trecilindrici. E poi ci sono sei marce, dodici valvole, raffreddamento a liquido, tre freni a disco, monoammortizzatore posteriore. Perchè il ritorno alle forme di una volta non deve far dimenticare che le velocità e le strade sono quelle di oggi.
La Thunderbird Sport è una motocicletta velocissima e rilassata. Bella come lo erano le moto di un tempo. Quelle che non ci sono più. Forse perchè erano troppo poche."
Pubblicità Triumph Thunderbird Sport - 1998
4 commenti:
Avendo conosciuto il Carlo personalmente so bene che razza d'uomo fosse.
Un grande carisma in un "guscio" piccolo ma simpatico.
La T-Bird Sport era meravigliosa e in versione arancio era davvero fascinosa.
Bravo Kappa, belle le tue parole che non soffrono la vicinanza con qulle del maestro....
"...e tutti quei momenti saranno persi nel tempo, come lacrime nella pioggia..."
sono finiti i tempi del romanticismo in casa Triumph.
L'ultimo esempio più lampante è quell'obbrobrio clone di cruiser giapponese che useranno per infangare il nome Thunderbird..
Frutto proprio di quelle ricerche di mercato tanto aborrite un tempo e ora cavalcate per l'assalto al mercato americano, dove non sono riusciti a penetrare come da noi con la moto "da minchia", che un po' di cuore lo aveva ancora (ma ora non più...)
Nipote, raccontami, se vuoi cosa sapevi del "Carletto". Mi farebbe piacere...e magari non solo a me...
Bellissime parole di un uomo straordinario.
E' da un po di tempo che rimpiango la vendita del mio Legend cafeinizato, che stupido sono stato e pensare che quasi quasi con un piccolo sforzo avrei potuto tenerlo e prendere anche il Duca.
Mi sto comunque guardando in giro se trovo un Tunderbird sport (meglio se nero giallo) a un prezzo accettabile, magari messo male(+-4000euro) tanto poi ci metterei sopra le mani.
Mi mancano sopratutto quei giretti in solitaria domenica mattina a media andatura con il casco aperto, gli occhialoni ancora non tirati giu, solo con gli occhiali a goccia e la canna tra i denti.
E pensare che all'epoca non vedevo l'ora di riavere sotto il culo un bel bicilindrico vibrante e chiassoso, strana gente noi motociclisti romantico decadentisti.
Posta un commento