Piccoli stralci d'intervista al designer più chiacchierato del momento, Gerard Kiska.
La Kiska Design, nata in sordina nel 1990, fu inizialmente invisa e persino irrisa per la sua scelta delle linee squadrate. Ma pur restando identificata con KTM, nel frattempo ha lavorato anche per Piaggio, Aprilia e Guzzi, arrivando nel 2008 alla bellezza di 110 dipendenti che fanno, va da sè, molto altro oltre a disegnare moto.
Pacato e modesto, Kiska ha l'aria un pò dimessa del turista austriaco. In moto, però, non lesina il gas: spinge con la RC8 e chiede di provare la H-D XR 1200. da cui scende scuotendo la testa. "Fa un bel rumore, m anon va avanti!". Statura e stazza teutoniche, motociclista dall'età di 18 anni, a guidare si diverte ancora: sia KTM che la "concorrenza".
Sorride. Sorride volentieri Kiska: salvo quando si parla di design. Allora diventa deciso e tagliente come le sue KTM.
"Ma io non mi identifico con lo stile affilato. Quella è una scelta pensata apposta per KTM, per rendere in qualche modo visibili l'anima ed il cuore del Marchio. La trovo perfetta per una casa così "hard", e continueremo a sviluppare questo linguaggio. Del resto pare che questa idea abbia successo: Honda, Yamaha e soprattutto Kawasaki e Aprilia sono diventate negli anni un pò più spigolose. Basta guardare come è cambiata la RSV dalla prima alla seconda serie..."
Lei come trova le Case giapponesi, che all'opposto di quelle europee non hanno designer nè tecnici riconoscibili, e tengono tutto nascosto dietro una tenda nera?
"Dietro quella tenda ci sono persone, però. Certo, lavorano in gruppo;ma anche da me si lavora molto in gruppo:sulle KTM hanno lavorato almeno 15 ragazzi diversi, tuttavia i risultati sono coerenti. Comunque è vero che la consapevolezza dell'importanza del design nella moto è un fatto piuttosto recente, e forse nemmeno del tutto acquisito.
Castiglioni è stato il primo ad assumere designer professionisti - Galluzzi e Terblanche - e a portare il design all'interno della sua azienda. Prima ci si affidava solo a società di consulenza, come la mia."
Lavorate in modo diverso dagli altri?
"Non direi, anche se ho fatto mio il motto del mio primo maestro: "Tutto quello che non puoi schizzare in 3 righe non è design". E la RC8 sta tutta nelle 3 righe che definiscono il fianco. Poi guardiamo molro le altre moto, ne studiamo le superfici, l'ergonomia, le guidiamo. Sono un fan del modo tradizionale di fare, col clay: sulla moto io mi ci voglio sedere, dopo che l'ho scolpita."
Parola di Gerard Kiska.
(Intervista tratta dal numero di novembre 2008 della rivista Motocicismo)
La Kiska Design, nata in sordina nel 1990, fu inizialmente invisa e persino irrisa per la sua scelta delle linee squadrate. Ma pur restando identificata con KTM, nel frattempo ha lavorato anche per Piaggio, Aprilia e Guzzi, arrivando nel 2008 alla bellezza di 110 dipendenti che fanno, va da sè, molto altro oltre a disegnare moto.
Pacato e modesto, Kiska ha l'aria un pò dimessa del turista austriaco. In moto, però, non lesina il gas: spinge con la RC8 e chiede di provare la H-D XR 1200. da cui scende scuotendo la testa. "Fa un bel rumore, m anon va avanti!". Statura e stazza teutoniche, motociclista dall'età di 18 anni, a guidare si diverte ancora: sia KTM che la "concorrenza".
Sorride. Sorride volentieri Kiska: salvo quando si parla di design. Allora diventa deciso e tagliente come le sue KTM.
"Ma io non mi identifico con lo stile affilato. Quella è una scelta pensata apposta per KTM, per rendere in qualche modo visibili l'anima ed il cuore del Marchio. La trovo perfetta per una casa così "hard", e continueremo a sviluppare questo linguaggio. Del resto pare che questa idea abbia successo: Honda, Yamaha e soprattutto Kawasaki e Aprilia sono diventate negli anni un pò più spigolose. Basta guardare come è cambiata la RSV dalla prima alla seconda serie..."
Lei come trova le Case giapponesi, che all'opposto di quelle europee non hanno designer nè tecnici riconoscibili, e tengono tutto nascosto dietro una tenda nera?
"Dietro quella tenda ci sono persone, però. Certo, lavorano in gruppo;ma anche da me si lavora molto in gruppo:sulle KTM hanno lavorato almeno 15 ragazzi diversi, tuttavia i risultati sono coerenti. Comunque è vero che la consapevolezza dell'importanza del design nella moto è un fatto piuttosto recente, e forse nemmeno del tutto acquisito.
Castiglioni è stato il primo ad assumere designer professionisti - Galluzzi e Terblanche - e a portare il design all'interno della sua azienda. Prima ci si affidava solo a società di consulenza, come la mia."
Lavorate in modo diverso dagli altri?
"Non direi, anche se ho fatto mio il motto del mio primo maestro: "Tutto quello che non puoi schizzare in 3 righe non è design". E la RC8 sta tutta nelle 3 righe che definiscono il fianco. Poi guardiamo molro le altre moto, ne studiamo le superfici, l'ergonomia, le guidiamo. Sono un fan del modo tradizionale di fare, col clay: sulla moto io mi ci voglio sedere, dopo che l'ho scolpita."
Parola di Gerard Kiska.
(Intervista tratta dal numero di novembre 2008 della rivista Motocicismo)
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